Il ‘Santagiusta’ 2013 miglior Spumante Metodo Classico d’Italia

Lo ‘Spumante Metodo Classico Brut Millesimato 2013’ della Cantina Marchesi De’ Cordano di Loreto Aprutino sul podio dell’Annuario dei Migliori Vini Italiani di Luca Maroni

‘Santagiusta’, un eccezionale vino spumante ottenuto con il Metodo Classico da vigneti del 2005 coltivati a Guyot ad un’altitudine di 676 s.l.m. e con un uvaggio di Pinot Nero al 70% e Chardonnay al 30%, sul gradino più alto del podio nella classifica annuale curata da uno dei migliori enologi d’Italia, nonché consulente e autore di autorevoli guide e manuali, docente in ‘Analisi Sensoriale e Comunicazione’ presso la Luiss Business School di Roma e grandissimo conoscitore del mondo del vino qual è Luca Maroni (allievo di Luigi Veronelli, in 30 anni di carriera ha degustato oltre 300mila vini).

Santagiusta Brut Millesimato (Foto: ‘Wineowine’)

La prima edizione dell’Annuario dei Migliori Vini Italiani risale al 1993 e dal 16 al 19 febbraio si è svolta (presso il Salone delle Fontane dell’Eur) la 25esima edizione che ha decretato per il secondo anno consecutivo il trionfo della Cantina Marchesi De’ Cordano (www.cordano.it) del noto produttore Francesco D’Onofrio, nella categoria dei vini ‘Spumanti’. Il ‘Santagiusta Brut Millesimato 2013’ ha ottenuto un punteggio di 91/100, bissando il successo del febbraio 2016 ottenuto dal “Santagiusta Brut Millesimato 2012” (seconda annata e 24 mesi sui lieviti), senza dimenticare che già la prima annata (2011 e 18 mesi sui lieviti) nel 2013 aveva ricevuto (insieme ai vini Vigna di More) il premio di maggior “originalità” in occasione della kermesse “Pescara Abruzzo Wine” organizzata dall’Associazione Italiana Sommelier Abruzzo.

Attestato ufficiale (Foto: ‘MarchesiDeCordano’)
Francesco D’onofrio (al centro) insieme a Federico De Cerchio (alla sua dx), Eros Durante (alla sua sx) e Mariano Melchiorre (alle sue spalle) (Foto: ‘MarchesiDeCordano’)

Il nome dell’etichetta è un omaggio alla santa protettrice del paese di Loreto Aprutino ed è il primo Brut metodo classico a dosaggio naturale e a base di Pinot Nero prodotto ad alta quota in territorio d’Abruzzo, sicuramente da annoverarsi tra i Vini di Montagna protagonisti della cosiddetta ‘viticoltura eroica’, praticata cioè al di sopra dei 500 metri s.l.m.

Vittorio Festa, Adriana Tronca e Francesco D’Onofrio: il formidabile trio del ‘Progetto Santagiusta’ (Foto: ‘Vinoway’)

Il ‘Santagiusta’ Brut è ottenuto dai vitigni curati da Adriana Tronca, ex odontotecnica trasferitasi nel 2001 da Milano nel paese di Tione degli Abruzzi, 700 s.l.m. in provincia dell’Aquila e precisamente nella piccola frazione di Goriano Valli (all’interno del Parco Sirente Velino) dove nel 2005 ha creato l’azienda agricola Vigna di More (www.vignadimore.it) e ha ridato vigore a dei vigneti appartenuti alla sua famiglia, impiantando alcuni vitigni tipicamente francesi (il Pinot Nero su tutti, oltre al Petit Manseng e allo Chardonnay) e trentini (Traminer e Kerner) in un’area di montagna per un totale di 6 ettari. La sua determinazione e la sua passione per questa terra l’hanno portata a scommettere sulla coltivazione di vitigni non autoctoni, una scommessa di cui sono protagonisti anche Francesco D’Onofrio e il fidatissimo Vittorio Festa, enologo abruzzese di grande fama ed esperienza. L’affinamento avviene nella Cantina Marchesi De’ Cordano, in contrada Cordano, tra il territorio di Catignano e quello di Loreto Aprutino.

Tione degli Abruzzi (Foto: ‘Flickriver’)

Se si pensa che sia il Pinot Nero che lo Chardonnay arrivano a maturazione in tempi brevi, non necessitando quindi di una particolare esposizione solare tipica delle zone pianeggianti e collinari, ben si comprende il grande intuito avuto dal trio Tronca-D’Onofrio-Festa nel progetto ‘Santagiusta’. Un progetto che vuole sempre più valorizzare il territorio abruzzese, rafforzando lo stretto legame tra la costa e la montagna, e che sta dando i suoi frutti e i meritati riconoscimenti, soprattutto considerando le grandi difficoltà ad operare su un territorio sia pur incontaminato ma che non manca di essere colpito da abbondanti nevicate e che è l’habitat naturale di lupi e cinghiali ma anche di altri animali selvatici non pericolosi come per esempio i bellissimi cervi.

Vigneti presso Goriano Valli (Foto: ‘Vignadimore’)

La mineralità del terreno e le forti escursioni termiche delle montagne del Sirente Velino e del Gran Sasso (dove D’Onofrio e Festa stanno portando avanti anche delle interessantissime sperimentazioni di un Sauvignon), insieme alla purezza dell’aria, sono alcune delle caratteristiche pedoclimatiche che consentono di ottenere un brut di altissima qualità che ha trovato lungo il pendio Lamata, a Tione degli Abruzzi, il suo cru ideale.

Il ‘Santagiusta Brut Millesimato’ 2013 si distingue per le sue note tipiche delle piante selvatiche della montagna dove viene coltivato, per il colore giallo-paglierino, l’ottimo perlage, i sentori di mela verde ed erba falciata, grande carattere e struttura, finezza ed eleganza particolari. Le bottiglie prodotte annualmente sono solo 3mila. Non bisognerà poi meravigliarsi se, in un futuro prossimo, Marchesi De’ Cordano conquisterà ancora la scena con un ‘Santagiusta’ lasciato sui lieviti per 36 mesi.