L’iconico chef modenese dell’Osteria Francescana di Modena, in occasione di Milano Food City e della finalissima del ‘S.Pellegrino Young Chef’ 2018, ha partecipato a ‘Pane in piazza’, evento organizzato da Missioni Estere Cappuccini Onlus e dalla famiglia Marinoni
Massimo Bottura è uno chef che da sempre trae la sua ispirazione culinaria dal mondo dell’arte, traducendola in signature dish emozionali che raccontano di tradizione (reinterpretata con occhio critico e non nostalgico), di contemporaneità e di viaggi, quelli fatti dal tristellato in giro per il mondo per conoscere nuove culture, nuovi sapori, nuove materie prime che gli hanno permesso di sviluppare un particolare palato ed una memoria gustativa come pochi. La sua fama mondiale lo ha portato e lo porta sui palcoscenici internazionali più importanti e prestigiosi, tra lezioni, consulenze, convegni, talk, eventi e inaugurazioni, per cui sarà sembrato raro vederlo domenica pomeriggio in piazza Duomo, seduto dietro un semplice tavolo di legno, sotto una tensostruttura, a colloquiare con la gente e a firmare le copie del suo bellissimo libro ‘Il Pane è Oro’ (Edizioni Phaidon – L’Ippocampo, 424 pagine).
Una situazione nella quale non vi erano riflettori, flash di fotografi, uomini e donne vestiti secondo un preciso dress code, bottiglie di champagne e lustrini e tanto meno una location da urlo. L’uomo Bottura era lì, seduto come un maestro delle elementari, o un docente delle medie, o un professore universitario: i tanti presenti se lo saranno immaginato sotto svariati ruoli ma resta il fatto che dietro a quel tavolo di legno siedeva un professionista dell’alta cucina d’autore che, nell’arco di poco più di un anno, ha ricevuto ben due lauree ad honorem (il 6 febbraio 2017 quella in Direzione Aziendale, conferitagli dall’Università di Bologna nella splendida Aula Magna di Santa Lucia e il 23 aprile scorso quella in Arte, conferitagli dall’Accademia delle Belle Arti dell’Università di Carrara).
La tensostruttura ha ospitato durante l’intera settimana oltre 200 panettieri arrivati da ogni parte d’Italia per dare vita a ‘Pane in piazza’, manifestazione organizzata da Missioni Estere Cappuccini Onlus, dai Frati Cappuccini del Centro Missionario di Milano e dalla storica famiglia di panificatori Marinoni. Obiettivo una raccolta fondi attraverso la vendita di specialità, sia salate che dolci, per la realizzazione di un grande panificio in Etiopia (nella Diocesi del Cappuccino Monsignor Angelo Pagano), afflitta negli ultimi mesi dalla siccità e da una guerra sociale tra le etnie somale e gli Oromo per via della contesa di aree coltivabili esistenti nella parte meridionale del paese, dove si contano oltre 50mila sfollati.
Il libro ‘Il Pane è Oro’ è la testimonianza di quanto successo durante l’Expo di Milano del 2015, quando Bottura ha aperto il primo dei Refettori: il Refettorio Ambrosiano. Un progetto di Food Culture (si badi bene, non di Food Charity!) contro l’isolamento sociale per donare ai più bisognosi, ai poveri, agli indigenti, agli emarginati dalla società un pasto dignitoso, buono e salutare, da gustare in un ambiente ristrutturato o recuperato dal degrado e reso fruibile attraverso il lavoro coordinato di architetti, geometri, artigiani e tanti volontari. Tutti insieme per ridare bellezza ai muri, agli occhi, al cuore!
‘Il Pane è Oro’ è una raccolta di 150 ricette realizzate tre anni fa da Bottura e da 60 suoi famosi colleghi, nazionali ed internazionali, utilizzando tonnellate di prodotti vicini alla scadenza e provenienti da alcuni supermercati. Trattasi di ricette attraverso le quali Bottura & friends hanno trasformato in piatti straordinari gli ingredienti ordinari della cucina italiana.
La parola Refettorio deriva dal latino reficere, che significa “rifare“, ma anche “restaurare“. In origine era un luogo in cui i monaci si riunivano per condividere il loro pasto quotidiano. Nutrire il pianeta non vuol dire produrre di più ma combattere lo spreco attraverso la bellezza dell’immaginazione degli chef e degli artisti. E’ proprio con la bellezza dell’arte e dell’animo che si riesce a restituire dignità a coloro che vanno a mangiare nei Refettori.
Ad oggi, Food for Soul (www.foodforsoul.it) ha raccolto ben 45 tonnellate di cibo in eccesso, servendo 450mila pasti sociali a 150mila ospiti bisognosi. Nuove aperture sono previste a Napoli, Montreal, Toronto, San Francisco, Detroit, New York e in Messico.
Il progetto lanciato a Milano nel 2015 in occasione dell’Expo è divenuto realtà anche a Rio de Janeiro (RefettoRio, aperto nel quartiere di Lapa durante i Giochi Olimpici del 2016, in collaborazione con l’associazione Gastromotiva dello chef David Hertz), a Londra (Refettorio Felix, aperto il 5 giugno 2017 negli spazi rinnovati del St. Cuthbert’s Centre, in collaborazione con l’associazione The Felix Project) e a Parigi (Refettorio Au Foyer de la Madeleine, inaugurato il 15 marzo scorso alla presenza di Alain Ducasse e Yannick Allèno), senza dimenticare i Social Tables: veri e propri tavoli di condivisione che una volta a settimana coinvolgono singoli individui e famiglie bisognosi in quella che si propone come una community consapevole ed inclusiva, fatta di chef, produttori, fornitori, artisti e designer (ad oggi esistono due realtà, Social Tables Ghirlandina a Modena e Social Tables Antoniano Onlus a Bologna) all’interno della quale trovare aiuto e conforto anche con un pasto sociale.
‘Cucinare è una chiamata ad agire! E’ un atto d’amore!’, ricorda sempre Massimo Bottura. ‘Il cuoco contemporaneo deve agire partendo dalla propria cultura perchè la cultura genera conoscenza che, a sua volta, scuote la coscienza e porta a un senso di responsabilità sociale che consente di restituire il benessere ai più bisognosi’.
FOOD FOR SOUL
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