Il Savoy Beach Hotel di Paestum ospiterà per due giorni l’undicesima edizione di LSDM, il Congresso di cucina d’autore ideato da Barbara Guerra e Albert Sapere che mette al centro del dibattito la Dieta Mediterranea, coinvolgendo grandi chef italiani e internazionali
Partirà ufficialmente domattina presso il Savoy Beach Hotel di Paestum l’undicesima edizione di LSDM (sigla che ha sostituito il nome iniziale del congresso ‘Le Strade della Mozzarella’), uno degli eventi dedicati alla cultura agroalimentare italiana da sempre meglio riusciti, insieme al congresso di Identità Golose (ideato da Paolo Marchi ed organizzato da Claudio Ceroni di Magenta Bureau) e a Care’s (ideato dal neo tristellato Norbert Niederkofler). LSDM è nato per permettere ai grandi chef, italiani e non, di confrontarsi con tanti piccoli produttori artigianali che hanno modo di presentare le loro eccellenze territoriali (la Mozzarella di Bufala Campana Dop su tutte) ad un parterre di professionisti del mondo dell’enogastronomia.
Tema dell’edizione 2018 (eletto ‘Anno nazionale del Cibo Italiano nel Mondo’) è ‘Eat well and stay well’, ossia il mangiar sano come segreto del benessere psicofisico, attraverso la proposta di ricette della tradizione interpretate in modo contemporaneo dagli chef protagonisti dei vari cooking show. Ma ci si confronterà anche su tematiche quali la sostenibilità ambientale, l’innovazione tecnologica in cucina e le contaminazioni gustative di paesi lontani, il tutto affrontato con un grande spirito di convivialità e condivisione in uno dei luoghi più suggestivi del Cilento.
Saranno oltre 50 gli chef chiamati in causa nei momenti congressuali e un centinaio in tutto con quelli impegnati nelle attività collaterali. Esponenti, affermati o emergenti, di spicco della gastronomia nazionale. Con loro un parterre de rois internazionale composto da nomi di grande calibro. Tra i Paesi rappresentati, con movimenti gastronomici in ascesa e decisamente interessanti, la Turchia, la Russia e la Thailandia. Poi Usa, Germania, Svezia, Austria, Portogallo, Francia, Spagna, Slovenia.
Spazio di riguardo ovviamente per la pizza, icona del made in Italy: presenti i primi cinque classificati di ‘50 Top Pizza’ 2017 (Franco Pepe di ‘Pepe in Grani’ a Caiazzo – Caserta, Gino Sorbillo ai Tribunali – Napoli, Francesco & Salvatore Salvo a San Giorgio a Cremano – Napoli, Enzo Coccia de ‘La Notizia’ – Napoli e Simone Padoan de ‘I Tigli’ a San Bonifacio – Verona), ai quali si aggiungeranno due relatori dagli Stati Uniti.
Accanto alle due sale principali, ci saranno come di consueto ampi spazi dedicati ai prodotti di eccellenza della Penisola. Tra questi, all’interno del Taste Club, i cosiddetti Atelier, dove, con l’ausilio di decine di importanti figure della ristorazione, si svolgeranno focus specifici su pasta secca e pasta fresca, pomodoro, formaggi, olio, aceto, birra e caffè. In primo piano, inoltre, il mondo vegetale. Ruolo di rilievo, come sempre, spetta infine alla Mozzarella di Bufala Campana DOP, simbolo dell’agroalimentare del Sud Italia e “musa ispiratrice” della manifestazione.
“Al centro del dibattito – sottolineano Barbara Guerra e Albert Sapere – ci sarà il tema ‘Eat well and stay well’. I relatori dovranno quindi attualizzare gli studi sulla Dieta Mediterranea fatti nel dopoguerra, proprio in Cilento, dal fisiatra americano Ancel Keys. Come indicato nel nostro Manifesto, il cuoco moderno deve dimostrare un’elevata sensibilità alimentare e ambientale, sapendo conciliare il gusto con il benessere e la sostenibilità. Tecnica e conoscenza dunque al servizio delle esigenze del mondo attuale, anche alla luce della mediaticità e del ruolo sociale che riveste ormai la figura dello chef. Ciò ci sembra inoltre perfettamente in linea con la proclamazione, fatta dalle istituzioni, del 2018 Anno nazionale del cibo italiano”.
I 10 punti del ‘Manifesto del cuoco moderno’:
- Proporre frutta e verdura, sia nella parte salata che in quella dolce, rispettando la stagionalità degli ingredienti;
- Preferire l’olio extravergine d’oliva come grasso principale;
- Non far mancare la pasta secca, segno distintivo dell’italianità nel mondo;
- Utilizzare sempre di più le proteine vegetali – come i legumi – contribuendo al recupero delle varietà tradizionali presenti largamente in tutta Italia;
- Preferire i prodotti da agricoltura e allevamenti sostenibili scegliendo tra quelli provenienti da filiera trasparente;
- Valorizzare i piccoli artigiani locali, avendo però cura di preferire sempre il chilometro buono al chilometro zero;
- Rispettare la territorialità e le tradizioni gastronomiche locali;
- Porre attenzione ai disturbi alimentari dei propri ospiti e, in generale, proporre piatti equilibrati dal punto di vista nutrizionale;
- Usare la tecnologia in cucina, non come fine, ma come strumento per migliorare le tradizioni;
- Aprirsi al confronto con i colleghi a livello internazionale e favorire le contaminazioni interdisciplinari.
www.lsdm.it