La Locanda Don Serafino, situata nella zona di Ragusa, da qualche anno è diventata la meta gourmet (e non solo) di maggiore attrattiva per chi visita la Sicilia.
La locanda è gestita dalla famiglia De Rosa, che ha una tradizione di oramai sessant’anni nel settore. Il ristorante vanta una stella Michelin e dal 2009 occupa una nuova sede adiacente la Chiesa dei Miracoli: di grande impatto, è scavata in una grotta naturale, che un tempo ospitava magazzini. Arredato con un raffinato stile moderno e minimalista, il ristorante propone una cucina che, come evidenzia lo chef Vincenzo Candiano, si basa sulla sicilianità interpretata in maniera attuale. “Lavoriamo – spiega – individuando in antiche ricette della tradizione spunti ed elementi che ci forniscono le idee per creare nuovi piatti”.
Un’idea di base che conferisce particolare originalità alla cucina del Don Serafino, definendone una precisa identità in grado di differenziarlo dall’illustre e fitta concorrenza. Da questo approccio, non scontato, nascono piatti come gli spaghetti freschi al nero, ricci, ricotta e seppia; o l’antipasto Consistenze e colori del pomodoro. In questo caso il frutto principe della cucina mediterranea viene proposto in più versioni: in forma di budino accompagnato da mollica di pane e una perla di caprino, caramellato in piastra e profumato al timo, in forma di fetta cruda, insaporita da sale integrale e servita con carpaccio di ricciola; in versione Bloody Mary, con scampo ubriaco; infine, in veste di “caviale”, termine riferito alla parte gelatinosa che circonda i semi, abbinato a bruschettine di alici in beccafico. Altri piatti emblematici del Don Serafino sono la costoletta e scamone di agnello con crema “ghiotta” di verdure (sorta di caponata tipica della tradizione locale, a base di peperoni, patate, carote, sedano, cipolle e capperi), salsa al cioccolato Bonajuto e pralina di animelle caramellata; ancora, la tartare di asino ragusano con zabaione alla birra, germoglietti e chips di carote e patate. Fiore all’occhiello del ristorante, oltre alla cucina, è la cantina. “Abbiamo circa 1.300 etichette – spiega Giuseppe La Rosa, patron del ristorante insieme con il fratello Antonio -. Grande attenzione è dedicata alla Sicilia, ma vi è ampia rappresentanza di tutto il Paese, in particolare di Toscana, Piemonte e Alto Adige. Fra le etichette internazionali spiccano invece i Borgogna, i Bordeaux e gli Champagne”. Da segnalare, infine, la presenza di un hotel di charme aperto dalla famiglia De Rosa due anni dopo l’inaugurazione del ristorante. “Ci hanno incoraggiato – confida La Rosa – i nostri stessi clienti”. Costruito in un palazzotto ottocentesco sapientemente ristrutturato, dista solo poche centinaia di metri dal ristorante e ospita una decina di camere.