Negli ultimi anni il mondo del vino ha visto un cambiamento importante: grazie a un lavoro di ricerca e di cura quasi perfezionistica delle ultime generazioni di enologi e di viticoltori, i vitigni autoctoni, come il Cortese, hanno conquistato un loro spazio di rilievo nel panorama vinicolo.
I VITIGNI AUTOCTONI
Alcuni sono stati riscoperti e recuperati, altri sono stati valorizzati, a favore di un consumo che racconta non solo il vitigno, ma anche e soprattutto il territorio, due concetti che sono sempre più legati tra loro.
Di vitigni autoctoni il Piemonte è ricco: la tradizione vitivinicola piemontese ha radici antiche e uno sguardo ben puntato al futuro, in un vivace fermento di produzioni, riscoperte, sperimentazioni.
IL CORTESE
Tra questi vitigni, quello più importante a bacca bianca è certamente il Cortese, che ha saputo fare tesoro prezioso del dialogo con il proprio territorio, del legame con la sua terra, conservando così le caratteristiche e la personalità che lo rendono unico.
IL TERRITORIO
È inevitabile parlare di territorio in riferimento al vitigno Cortese: un’area del Piemonte ancora selvaggia, oltre 3 mila ettari coltivati che si estendono dalla provincia di Alessandria, sul sistema collinare che unisce Ovada e Acqui Terme a Nizza Monferrato, fino alla provincia di Asti sulla sponda destra del fiume Tanaro.
Un Piemonte ancora da scoprire, ricco di terreni con sedimenti argillosi cari al Cortese, ma anche a diretto contatto con il mare da un lato, con la brezza ligure salmastra e marittima che soffia sulle viti, e le Alpi dall’altro, che difendono dalle intemperie il territorio.
ANNO DEL CORTESE
Per valorizzare i vitigni autoctoni con il giusto riconoscimento che meritano, e in questo caso particolare il vitigno Cortese, la Regione Piemonte ha promosso l’iniziativa “Anno del Cortese”, volta a dare visibilità e il giusto riconoscimento allo storico vitigno piemontese.
Andare alla scoperta del vitigno Cortese significa andare a conoscere una terra suggestiva, che dialoga armonicamente con le persone, con le cantine, le enoteche e con i Consorzi, veri interpreti della personalità del vitigno Cortese.
Un vitigno, tre Consorzi
- Consorzio di Tutela del Gavi docg, nasce nel 1993 per la tutela e la valorizzazione del GAVI Docg e la sua denominazione compresa negli 11 Comuni di Bosio, Capriata d’Orba, Carrosio, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia, Tassarolo in Provincia di Alessandria. A fare parte del Consorzio di Tutela del Gavi docg sono in totale 65 cantine.
- Consorzio di Tutela vini Colli Tortonesi, fino al 1999 denominato Ente Vini Colli Tortonesi, nel 2014 ottiene l’Erga Omnes, la denominazione di Consorzio. Il Consorzio oggi rappresenta il 98% della produzione di uva totale del comprensorio. Le cantine del Consorzio che producono vino Cortese sono in totale 24.
- Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, fondato nel 1946, oggi conta 390 aziende associate e ben 13 Denominazioni tutelate, tra cui la doc Cortese dell’Alto Monferrato. Le cantine che producono vino Cortese all’interno del Consorzio sono 222.
Le nostre coordinate dove degustare un calice di Cortese
Quando un Castello diventa cantina e produttore di vino. Una tenuta unica, un angolo in cui la storia si è fermata, conservando l’architettura e l’atmosfera del Medioevo, ma in cui le persone hanno saputo guardare al presente e al futuro, grazie alla produzione di vini e all’accoglienza per eventi che si possono trovare al Castello. Un sogno che diventa realtà, quello di fare rivivere un luogo del passato in modo sostenibile e attuale. Le cantine fanno respirare un’aria antica, che fa viaggiare la mente verso panorami storici e permette di godersi un’esperienza immersiva.
Una piccola perla di produzione, quella de La Raia, immersa tra i boschi selvaggi e i vigneti a Cortese. Una cantina a conduzione familiare, dove sono applicati i principi dell’agricoltura biodinamica per rispettare il terreno e il territorio. Non solo, la Raia è una tenuta in cui si incontrano il vino, la natura, l’arte e il design, dove le ampie vetrate permettono di assaporare il verde delle vigne, degli alberi e delle erbe spontanee, mentre all’interno si trova un design curato nei minimi particolari. Ma a la Raia si possono trovare opere d’arte immerse nelle vigne e nella natura come le sei rotoballe di plastica colorata o la Oak Barrel Baroque, entrambe ideate e realizzate da Michael Beutler.