Nella meta gourmet di Sannazzaro de’ Burgondi (PV), Ottocentodieci Ristorante, Piatto Michelin nell’ultima edizione della guida francese, i clienti possono assaggiare i nuovi piatti che lo chef Rigels Tepshi ha studiato e messo a punto per loro.
RIGELS TEPSHI
Se non ci sono novità nella forma – sono confermati i due percorsi degustazione Lomellina, Ottocentodieci e la carta – diverso è il discorso sulla sostanza, nettamente rinnovata all’insegna della stagionalità e del piacere di stupire. “Abbiamo lavorato sull’originalità, sulla voglia di sorprendere anche l’ospite più abituato ad assaggiare piatti di alta cucina. Ne sono alcuni esempi l’acetosa e il cuore di pollo, ma anche la zucca bertagnina e il caciocavallo podolico, che ho inserito in carta per rimanere fedele al dualismo Lomellina-Campania che ci contraddistingue”.
ANNALISA MAGRI
Della stessa positività è la Store Manager Annalisa Magri. “Crediamo che il periodo più duro sia terminato e, proprio per questo, guardiamo con felicità al futuro che ci attende. La ricerca è sempre stata alla base della nostra proposta, come testimoniato da questo nuovo menu, e sempre lo sarà”.
IL MENU LOMELLINA
Territorio e non solo. Si potrebbe riassumere così il concetto chiave di un viaggio, quello del menu Lomellina, che è il vero valore aggiunto di questo percorso degustazione. Accanto al confermato Oca, fieno, capasanta, fanno capolino quattro novità dall’antipasto al dolce. La ricetta emblema di questo percorso degustazione? Il primo piatto, un risotto in cui il Carnaroli Riserva San Massimo si sposa al locale brodo di salame d’oca di Mortara, alla sapidità del Castelmagno e al sapore terroso del tartufo nero. Non manca lo spazio per le divagazioni oltre confine, come la miscela di spezie francesi vadouvan, (originata grazie all’aggiunta di aromi come aglio e scalogno al masala) qui utilizzata nel secondo piatto a base di storione, con patata schiacciata, cannolicchi, rafano e acetosa. Per chi lo gradisse, è possibile abbinare al menu un percorso di 4 vini dedicato e studiato ad hoc.
IL MENU OTTOCENTODIECI
Sette sono le portate di Ottocentodieci, sinonimo di identità per quanto riguarda la filosofia dello chef Rigels Tepshi. Dal primo assaggio Funghi porcini, birra, pane, friggitelli, caciocavallo podolico, al dessert Zucca bertagnina, friarielli, nocciola, si tratta di una continua scoperta di sensazioni nuove e insolite. Persino una ricetta tradizionale napoletana come la genovese di manzo viene qui rivisitata in un primo, gli ziti, accostata alla locale cipolla di Breme, al sedano e all’ostrica arrosto. Insieme ai due primi piatti, si trovano altrettanti secondi – uno a base di scamone di manzo e l’altro di ombrina affumicata – manifesto di come la filosofia di Rigels Tepshi – analisi della materia prima e scelta della miglior modalità per esaltarla, in tutte le sue sfaccettature – sia applicabile a tutti gli ingredienti. Anche in questo caso, è possibile abbinare al menu degustazione un percorso appositamente studiato, composto da 6 calici di vino.
LA CARTA
Gli ospiti che preferiscono optare per la carta, come sempre, hanno a disposizione 4 scelte per portata dagli antipasti, ai dessert. Altrettante sono anche le scelte esclusive di questa sezione del menu: Gnocchi di patata Bergerac, polpo, ortica, cedro, Quaglia, le sue uova, salsa al pistacchio, cicoria e i due dessert Ravioli di pasta fresca, sedano rapa, mela verde, aceto di Pedro Ximénez e Cioccolato fondente 70%, caffè, whiskey, cocco. Anche in questo caso vi è la possibilità di abbinare il vino, che può essere scelto dall’ampia e ricca carta, oppure consigliato dal personale di sala.