Giovane e bello, classe 1987, radici langarole, oggi porta avanti la cucina Locanda del Sant’Uffizio di Cioccaro di Penango (At). Un talento passionale legato alla tradizione, agli affetti familiari, ma anche uno sperimentatore che ama la sfida, prima di tutto con se stesso. Il suo sogno? Una bella casa in campagna, con orto e animali, dove cucinare grandi piatti abbinati a grandi vini.
CHI È GABRIELE BOFFA?
Sono un cuoco, nato ad Alba quasi 33 anni fa, che ama l’enogastronomia. Ho un forte attaccamento al mio territorio, al mio Piemonte e in particolar modo alle Langhe, al Roero e al Monferrato. Mi piacciono i boschi, la terra e il fango. Gioco a calcetto quando posso e amo viaggiare. Sono affascinato dalla cultura orientale e da quella sudamericana: quando posso vado in America. Quest’anno sono stato in Colombia, dove ho apprezzato la gente per il suo carattere e la sua cucina.
CHE COS’È PER TE IL TALENTO?
È una dote. E’ l’intelligenza di saper utilizzare quella dote al 100 per cento.
COS’È PER TE LA CUCINA?
È un mondo complesso, infinito. Non avremo mai mangiato e scoperto abbastanza. È lo specchio della cultura di un Paese.
COME DEFINIRESTI LA TUA CUCINA?
Lo lascio dire agli altri. Essendo come dicevo prima molto patriota e legato alle mie origini, lavoro con tecnica e rigore portando in tavola i migliori prodotti piemontesi trasformati in qualcosa di unico.
LO CHEF CHE AMMIRI DI PIÙ?
Ne stimo tanti. Ma l’impronta della cucina di Frédy Girardet credo sia indelebile.
CHE IMPORTANZA HA UN VINO ABBINATO AD UN PIATTO?
Il vino è ciò che chiude il cerchio, ciò che permette a tavola di vivere con i piatti un’esperienza completa. Un giusto abbinamento può dare grandi soddisfazioni.
QUAL È LA TUA CANZONE DEL CUORE?
“Sympathy for the devil” dei Rolling Stones.
COS’È PER TE L’AMORE?
Che domanda complessa… L’amore è un’ossessione che ti porta a volere qualcosa o qualcuno a tutti i costi… ti può annebbiare la mente.
UNA DONNA FAMOSA PER CUI VORRESTI CUCINARE?
Non vedo l’importanza di cucinare per un personaggio mediatico: preferisco cucinare per mia nonna, cui dedicherei un piatto di agnolotti per contraccambiare l’aiuto. Ho imparato a farli proprio da lei.
SEI COMPETITIVO?
Direi di sì, ma amo la competizione pulita, sportiva e positiva.
SEI FELICE?
Molto.
COSA VORRESTI FARE NEL FUTURO?
Vorrei avere una bella casa in campagna, con una cucina in cui poter preparare per i miei ospiti piatti di grande livello abbinati a grandi vini. Il tutto con degli animali e un piccolo orto.
COSA VORRESTI CHE LA STAMPA DICESSE DI TE?
La verità. Vorrei che valutasse in maniera limpida il mio lavoro di ogni giorno. Vorrei che capissero il messaggio di ciò che sto portando in tavola con la mia testa e il mio cuore…