Carlo e Camillo, il nuovo bistrot del Grand Hotel Sitea firmato Davide Scabin, è un grand tour goloso d’Italia.
LINEA BISTROT
Dopo il ritorno in grande stile al fine dining, con il Ral 6001 classic e LGBT #1-Long Gourmet Brainstorming Time, i primi due menu degustazione del Ristorante Carignano, Davide Scabin firma la linea del bistrot “Carlo e Camillo” dove a dominare è la cucina italiana, con le sue specialità regionali.
La cucina italiana declinata nei suoi gusti più identificativi e inequivocabili: piatti che sono grandi classici e specialità regionali meno note si alternano nell’offerta messa a punto da Davide Scabin per la carta del bistrot Carlo e Camillo al Grand Hotel Sitea.
Davide Scabin, direttore creativo dei servizi ristorativi del GHS che insieme al bistrot comprendono il ristorante Carignano – 1 stella Michelin, e la sezione banqueting per Sitea eventi (ex Carignano Banqueting), dedicata a celebrazioni private ed eventi aziendali, ha da subito individuato nel Carlo e Camillo il luogo dove poter proseguire la sua decennale ricerca sui tratti fondanti di una delle culture gastronomiche più amate e riconosciute nel mondo come quella italiana.
DAVIDE SCABIN
Davide Scabin: «Non c’è piatto, preparazione che io abbia realizzato nei miei quarant’anni di attività dove non si riconosca una matrice storicamente connessa alla mia educazione alimentare, piemontese e italiana, ricevuta dalla famiglia, dagli studi e poi dalla mia ricerca professionale. Negli ultimi quindici anni soprattutto ho cominciato a sentire l’urgenza di raccontare questi tratti fondanti per come sono, quasi a operare una sorta di catalogazione di gusti che stiamo rischiando di perdere di vista, e che invece sono il cuore del futuro e dell’evoluzione della nostra cucina. Così sono nati il Blupum a Ivrea, il Mulino a Vino a new York, lo Scabeat a Roma, il QB a Torino e ora il Carlo e Camillo: realtà dove la scena è tutta per la trippa alla romana, le tagliatelle al ragù, il vitello tonnato, le bombette pugliesi…»
IL MENU
Un menu variegato, colorato e ricchissimo, grazie al quale esplorare la Penisola da Nord a Sud con i suoi sapori e i suoi produttori; una sorta di viaggio che però parte e torna in Piemonte, non solo perché siamo a Torino ma anche – soprattutto – perché il Piemonte è forse l’unica regione italiana a vantare fin dal XIX secolo una triplice tradizione gastronomica: quella dell’aristocrazia, quella del popolo e quella borghese, come dimostra la pubblicazione del 1864 del libretto Cucina Borghese semplice ed economica stilato da cuoco di Corte Giovanni Vialardi.
Nella Cucina Borghese sono presenti quei piatti di cuisine bourgeoise tipici della quotidianità della classe media e che poi sarebbero diventati oggetto dei primi due libri considerati di “cucina italiana”, il famoso Artusi del 1891, e il meno noto – ma più completo – La nuova cucina delle specialità regionali dell’Agnetti, del 1909. I piatti del Bistrot saranno questo: italiani, ricercati e al tempo stesso popolari, con una selezione di ingredienti di alto livello (esempi? la pasta Felicetti, la fassona di Oberto, il forno di Grano) e con porzioni generose da condividere con gli altri commensali. Ovviamente la “scarpetta” è obbligatoria.
UN LUOGO CHE RIMANE NEL CUORE
Davide Scabin: «Il mio obiettivo è rendere il Carlo e Camillo un luogo che i torinesi possano sentire loro, dove abbiano voglia di tornare per mangiare quel piatto che li ha stupiti o per ritrovare quell’atmosfera che li ha fatti sentire a casa. E che ai viaggiatori di passaggio rimanga nel cuore, come un souvenir goloso della loro visita a Torino.»