BU:R MILANO: UN ACCOGLIENTE E RAFFINATO SALOTTO COMPLICE DI SPECIALI ESPERIENZE DI GUSTO. CUCITA SULL’ANIMA DEL PROGETTO, LA SALA RENDE OMAGGIO ALLA CUCINA DI EUGENIO BOER. PALPABILE LA PERFETTA SIMBIOSI DI INTENTI
UN IMPRINTING NATURALE
È immediato, un imprinting naturale: entrando da BU:R Mialno e accomodandosi ad uno degli eleganti tavoli, ci si rende conto di come la sala (o salotto, vista l’intima concezione dello spazio) sia una componente essenziale dell’esperienza. Carlotta Perilli, maître di sala e sapiente padrona di casa, accoglie l’ospite con garbo e professionalità, mantenendo il giusto equilibrio tra un’innata natura empatica e un servizio di livello. Prende per mano e accompagna nel mondo di Bu:R Milano, svelando il significato di un “ristoro” che va oltre il piacere del cibo.
UN AMBIENTE FAMILIARE
Un ambiente familiare, quello di via Mercalli 22, in cui gli spazi risultano intimi e confortevoli. Influenze fondamentali sono i luoghi e le contaminazioni che hanno visto la crescita personale e professionale dello chef, reinterpretati in chiave architettonica. Dettagli italiani come il tinello anni Cinquanta si alternano alla carta da parati con i colori delle ceramiche di Delft e i motivi di ispirazione cinese, poi pennellate intense blu di Prussia e oro che rimandano alla mano decisa di Eugenio Boer quando si parla di sapori e di dettagli preziosi quali marmo, legno di noce e ottone che rispecchiano l’importanza e la ricercatezza delle materie prime.
DUE PUNTI ROSSI
Infine i due punti rossi, identità del ristorante: presenti sul tovagliato, sul menù e sulla pochette porta mascherina, mirano a sottolineare l’eleganza semplice e la sintesi tra passato e presente che sono i motori del progetto. Un progetto che oggi ha connotati congiunti e condivisi insieme a Carlotta Perilli.
CARLOTTA PERILLI
Milanese, classe 1987, dirige la sala del ristorante con energia trascinante, complice il passato nella comunicazione. Dopo aver gravitato nel mondo della moda, si trova a seguire in Italia il gruppo Martini. Questo il passo inatteso che la indirizzerà verso la sala, e il cuore, di Eugenio Boer. La passione per la comunicazione si sposta così verso il panorama enogastronomico, approdando a BU:R Milano due anni fa: il suo modo di condurre la sala è avvolgente, quello di raccontare la cucina dello chef spontaneo, esaustivo ed emozionale.
Il suo credo
Il suo credo profondo è che saper accogliere sia un concetto assimilabile ad un’arte, che certo si può affinare con il tempo e con lo studio, ma che appartiene al DNA, in maniera naturale.
“Bisogna saper entrare in empatia con i propri ospiti, mantenendo la giusta distanza e anche la giusta vicinanza affinché l’esperienza sia assolutamente appagante.” Un’arte che va coltivata giorno dopo giorno, instancabilmente, con passione e dedizione per saper metter a disposizione il proprio “spazio” per chi decide di varcarlo e conoscerlo. Si ritrova in un sorriso, nel riconoscere un cliente chiamandolo per nome, nel ricordare un gusto, nel saper sempre sorprendere chi sta di fronte.
La chiave
Chiave importante di lettura del servizio di Carlotta e della sua squadra è il racconto: la voglia di far conoscere quello che sta per essere servito in tavola, attraverso un dialogo virtuoso con la cucina e con la passione di chi ama il proprio progetto e il proprio lavoro. Comunicare il pensiero, la materia, la tecnica e il gusto. Lo definisce un “amore sconfinato” quello che vive ogni giorno e, chiunque abbia avuto modo di varcare la porta di BU:R e di sentire l’energia della sua voce, non potrà che riconoscere l’autenticità di questa dichiarazione.
La sostenibilità
La sostenibilità, che rappresenta un tratto identitario di BU:R Milano, non si svela solo nella scelta dei prodotti e nelle lavorazioni attente dello chef Eugenio Boer, ma si declina anche nel capitale umano. Un forte credo nelle persone, nell’importanza di formarle, farle crescere e renderle parte di un progetto, di un obiettivo comune, condiviso. E felici.
LA SALA
Fare il cameriere non significa portare delle pietanze in tavola, ma essere al servizio dell’ospite, far sentire speciale ogni commensale, perché possa vivere ogni volta un’esperienza unica e personale. Il cibo, l’accoglienza, il racconto: componenti imprescindibili di BU:R, che faranno uscire le persone arricchite, con qualcosa di nuovo nel proprio bagaglio: che sia un ingrediente, una lavorazione, un pensiero, una ricetta, una storia, un gesto gentile.
Grande valore al lavoro di sala, che non tutti possono svolgere: sono necessarie predisposizione e passione, capacità di dedicarsi all’ospite e di accompagnarlo nel percorso. Dirigere un ristorante e far funzionare i ranghi, i tavoli e tutti i delicati meccanismi che compongono il servizio, è un lavoro complicato e costante, in cui concorrono doti personali e grande, instancabile impegno.
LEANDRO CUNHA
Insieme a Carlotta, in sala, troviamo Leandro Cunha, il sommelier. Brasiliano di nascita ma italiano di adozione, che divide la propria vita tra l’avvocatura di giorno e la cantina di sera, un po’ come un super eroe. Ovviamente il vino è ciò che sceglierebbe sempre e comunque.
FRANCESCA MANETTI
Francesca Manetti, l’altra donna del gruppo, chef de rang che completa la brigata di sala. Romana trasferita felicemente a Milano, ha colpito tutti per la sua estrema gentilezza e i modi garbati. Presenza discreta con le idee chiare e precise è nata per fare questo lavoro, che porta addosso come un abito sartoriale.
LORENZO BARTOLACCI
E Lorenzo Bartolacci, chef de rang, vive con la testa fra le nuvole, caratteristica che regala al suo lavoro la giusta spensieratezza; nel tempo libero scrive, è instancabile, curioso e seriale mangiatore di cibi stranissimi, soprattutto abbinamenti forti e sconvolgenti.
UN LUOGO CHE ABBRACCIA
Garbo, professionalità, calore, passione, energia, dedizione: tratti che si colgono nell’immediatezza del benvenuto che accoglie alla soglia rossa del ristorante BU:R. Un luogo che abbraccia senza stringere e che lascia un segno netto e deciso, così come le descrizioni appassionate di Carlotta, che regalano poesia ai piatti di Eugenio e una emozionante coerenza tra il concetto e la materia.