Se parole come lokma, lahmacun, baklava, sarma non vi sono del tutto nuove, probabilmente siete stati in viaggio in Turchia e non avete perso l’occasione di assaggiare uno dei (tanti) piatti tipici della cucina turca.
In alternativa, potreste essere uno dei milioni di estimatori delle serie televisive turche più vendute di sempre e dunque più viste al mondo, che hanno come protagonista il talentuoso Engin Akyürek. Tra queste “Fatmagül’ün Suçu Ne?” e “Kara Para Aşk”, solidamente inchiodate da anni nelle classifiche delle serie tv turche più acquistate al mondo.
Le serie tv
Che le serie tv siano diventate i principali motori di crescita del turismo in Turchia è un fatto più che assodato, confermato da numerosi articoli di giornale, ricerche accademiche e dichiarazioni istituzionali.
Solo su Netflix sono ben 190 i Paesi (e 193 milioni di persone) che possono guardare le “dizi”, quelle che un tempo erano le soap opera, quando ad eccellere in questa categoria erano i Paesi latino- americani, soppiantati poi dagli americani. Da un po’ di anni a questa parte sono proprio i turchi ad aver messo in piedi una vera e propria industria delle serie tv, con conseguente – straordinario – fenomeno di turismo cinematografico.
Un fenomeno che non accenna a scemare, come conferma una ricerca dell’Istanbul Economy Research del 2020 che ha messo in evidenza che il 54% delle persone che guardano le serie su Netflix “vuole viaggiare in Turchia come turista dopo la pandemia” e che il 55% “vuole saperne di più sulla cultura, l’arte e la storia turche”.
La tradizione turca da scoprire
E se è vero, come è vero, che il cibo è cultura e storia, va da sé che le serie più viste al mondo possono far venire l’acquolina in bocca e la curiosità di assaggiare i piatti della tradizione turca, un incredibile mix di sapori anche molto diversi, che affonda in una lunga storia di contaminazione, in un’area crocevia di ben tre continenti.
Engin Akyürek
Fotografia perfetta, sceneggiatura avvincente e recitazione impeccabile sono gli ingredienti delle storie di successo (planetario) di Engin Akyürek, nelle quali le tradizioni popolari e le usanze si mescolano amabilmente con i piatti tipici. Per il pubblico italiano l’incontro col bel moro turco è avvenuto proprio grazie a Netflix, che da ottobre 2019 propone con titolo “Black Money Love” la serie “Kara Para Aşk” del 2014. Un mix di azione, dramma e sentimento, che ha fatto innamorare di Akyürek milioni di fan in tutto il mondo e proliferare di profili le piattaforme social, dove quotidianamente scorrono fiumi di inchiostro digitale sul bell’attore. Non mancano gli “endorsement” celebri, come quello di un’artista del calibro di Barbra Streisand, che ha dichiarato su Instagram di fare le 3 di notte tutte le sere per vederne le puntate.
Ömer
È Ömer, il commissario interpretato da Akyürek, ad accompagnare il pubblico nel cuore di Istanbul, tra quartieri poveri e case lussuose, vicoli affollati dove addentare un “simit” (ciambella salata ricoperta di semi di sesamo) e locali dove sorseggiare l’immancabile “çay” bollente – il tè turco, talmente amato dai turchi da berne anche dieci al giorno – servito nel classico bicchiere di vetro a forma di tulipano, magari per accompagnare la ricca colazione, che rappresenta il pasto principale di tutta la giornata, da concludersi possibilmente con una tazza di “kahve”, il caffè. Turco, naturalmente.
Proprio perché rappresenta il pasto principale, la colazione è il momento nel quale ancora oggi la famiglia si riunisce o ci si dà appuntamento per motivi di lavoro, con i tempi necessari per gustare tutte le prelibatezze messe a tavola con cura ed eleganza. Un rito che risale all’Impero Ottomano, che ha brillato per ben 600 anni accogliendo le influenze culturali e dunque culinarie arrivate da tutto il mondo attraverso le rotte commerciali.
Uno spettacolo per i sensi
La tavola imbandita per la colazione è uno spettacolo per i sensi, un tripudio di colori e di gusti diversi: accanto ai formaggi, alle immancabili olive nere e verdi, alle uova, spiccano pomodori, cetrioli, marmellata, miele.
E poi i piatti caldi: zuppe; “sucuk, kaymak”, una salsiccia speziata che può essere cucinata con le uova; “börek”, una sorta di torta salata le cui origini si perdono nella notte dei tempi; menemen, uova strapazzate con pomodori, peperoni verdi e cipolla e tanto altro accompagnato dal pane e poğaça, piccole focacce che possono essere anche ripiene di verdure o carne.
Elif
Le traversie di Ömer e della coprotagonista Elif diventano il pretesto per raccontare al mondo anche usanze sconosciute: le scarpe del defunto da porre sull’uscio di casa durante i funerali; la tradizione di commemorare un caro estinto cucinando “halva”, delle quenelle a base di farina, zucchero, burro e pinoli, da preparare pregando; il rimedio per la febbre con “tavuk çorbası”, una zuppa di pollo usata fin dall’antichità come ricostituente per i malanni di stagione ma che, secondo uno studio recente, si potrebbe considerare un gustoso elisir ringiovanente, grazie all’alta concentrazione di collagene, dovuta alla prolungata cottura delle ossa di pollo.
Fatmagül’ün Suçu Ne?
Ma è con “Fatmagül’ün Suçu Ne?” (in italiano, “Che colpa ha Fatmagul?”) che si compie una vera e propria iniziazione al cibo turco: cucinare, apparecchiare, mangiare sono i rituali che scandiscono la storia, toccando l’apice con l’apertura del ristorante di famiglia.
È qui che si preparano in abbondanza “dolma”, melanzane e piccoli peperoni ripieni di riso, uvetta, pinoli e spezie; “sarma”, foglie di vite arrotolate e farcite con bulgur o riso, uvetta, pinoli e molte spezie; “köfteler”, ossia le polpette, di cui esistono più versioni e ancora “börek”, piatto salato a pase di pasta fillo (yufka) che potrebbe essere proprio il tema di un viaggio alla scoperta della Turchia, tante sono le varianti per forma, ingredienti e metodi di cottura man mano che ci si sposta nelle diverse regioni turche. Questi piatti sono spesso serviti come “meze” cioè antipasti e accompagnati da “ayran” una bevanda a base di yogurt.
Istanbul e Izmir
In questa serie la cucina di Istanbul si contamina con quella di Izmir, deliziosa città della costa turca dell’Egeo, di cui offre scorci meravigliosi. Come i paesaggi di Bodrum e Muğla – nella costa sud-ovest della Turchia – che scorrono invece nell’ultimo lavoro di Engin Akyürek, “Sefirin Kızı”(La figlia dell’ambasciatore), dove la tavola scandisce anche qui il racconto. Sottolineando, anche, l’attaccamento alle radici del gusto, sia per una cittadina di Istanbul (la coprotagonista Mavi), che per un campagnolo di Bodrum, qual è Sancar, protagonista della serie, come nella scena in cui addenta con gusto un “lahmacun” (una sorta di piadina sottile e arrotolata, farcita con carne, verdure e le immancabili spezie) che potrebbe benissimo essere usata come spot per il turismo gastronomico turco.
La nuova serie
Akyürek è prossimo a girare la sua ultima serie, “Kaçiş” per un altro colosso, Disney Plus, dove certamente non mancheranno paesaggi incantevoli, che faranno venire voglia di partire, questa volta alla volta della Turchia del Sud. Sarà girata, infatti, a Gazientep, città famosa per la sua gastronomia e per i suoi eccellenti pistacchi, ingredienti dei “baklava”.
Si tratta di dolcetti di strati di pasta fillo alternata a frutta secca e miele o sciroppo dolce, che generalmente si mangiano a fine pasto o passeggiando per le vie affollate di quella che un tempo fu Bisanzio, o di una delle tante affascinanti città della Turchia.
Non avete già voglia di andarci?