Partono tutti (o quasi) con il servizio delivery. In questo caso parliamo di fine delivery e della proposta su Torino che ha studiato lo chef Stefano Sforza del Ristorante Opera. Ingegno e creatività
È un compleanno particolare quello di Opera, che festeggia proprio in questi giorni il primo anno di attività. Niente feste e niente candeline da spegnere, ma solo un fuoco da riaccendere, quello della cucina e della passione, che attendevano impazienti di tornare ad ardere.
La proprietà del ristorante, Antonio Cometto, ha deciso proprio in concomitanza di questa ricorrenza, di riaprire le porte della cucina, nel pieno rispetto del Dpcm 8 marzo 2020 e successive modifiche. L’executive chef, Stefano Sforza e la sua brigata, tornano così al lavoro dopo alcune settimane di stop forzato, con un punto di vista diverso e una nuova proposta, quella del fine delivery, in attesa che tutto torni alla normalità e si ricominci a vivere il ristorante come di consueto.
“Abbiamo deciso di riaprire il ristorante con una formula fine delivery a cui non ci eravamo mai approcciati, data la nostra idea di cucina. Preferiamo che i clienti vengano da noi e si lascino servire e coccolare nell’intimità delle nostre sale. Dopo quasi un mese di chiusura però ho ricevuto le prime richieste da parte degli amici e dei clienti più intimi che avevano voglia di assaggiare nuovamente i nostri piatti. Ne ho parlato con lo chef, e ci siamo rimessi all’opera”: dichiara la proprietà Antonio Cometto.
Lo chef Stefano Sforza ha messo a punto un menu destinato al delivery che permetterà ai clienti di poter nuovamente godere della sua cucina. Non verranno serviti i piatti che normalmente si trovano in carta al ristorante, ma una formula rivista e riadattata in base alle regole del delivery, e alla disponibilità delle materie prime, affinché i piatti abbiano lo stesso sapore pensato dallo chef, gli stessi aromi e la stessa fragranza. Nonostante sia difficile in questo periodo di contingentamento, assicurare il normale approvvigionamento della dispensa, lo chef e la proprietà si sono adoperati per assicurare la freschezza e la qualità di ogni ingrediente, rivolgendosi ai piccoli produttori e a fornitori locali.
Nelle case arriverà tutto il necessario per ultimare le proposte pensate dallo chef, accompagnate da semplici istruzioni sui tempi e sulle modalità di cottura, come nel caso dello Gnocco arrostito, ricotta forte, radicchio, noci Pecan, e dell’Ombrina al cartoccio o del fusillo, limone e aringa (che è uno dei piatti presenti attualmente in carta al ristorante). In altri casi invece, come per lo Stinco di maiale, patata al burro, fave, pecorino; Animella di vitello, piselli alla menta, mela in osmosi; Asparagi al vapore, pompelmo, uovo, pane al timo, dove la cottura richiede capacità e strumentazione particolari, i piatti arriveranno a casa dei clienti pronti per essere solamente riscaldati. Anche in questo caso saranno indicati i tempi e le temperature necessarie.
“È strano ritrovarci nella cucina di Opera per mettere a punto qualcosa di completamente nuovo, a reinventarci, proprio nel giorno del nostro primo compleanno. Ricordo molto bene le esitazioni e le paure di un anno fa, quando con Antonio (Cometto, ndr) ci domandavamo se la carta avrebbe funzionato, se le scelte erano giuste, se i prezzi erano adeguati. E ricordo ancora meglio quando tutte le nostre paure sono passate, e come dopo un anno avevamo ormai trovato la nostra direzione. Ora però è come ripartire da capo, con qualche incertezza e tanta consapevolezza in più. Sarà come una seconda rinascita, e non vediamo l’ora di partire con questa nuova avventura”, aggiunge lo chef Stefano Sforza.
Al fine di garantire un servizio quanto più vicino a quello del ristorante, il sommelier Carlo Salino ha studiato appositamente una carta di vini in abbinamento con i piatti dello chef Stefano Sforza, con l’intento di garantire, seppur in maniera diversa, quell’esperienza gastronomica che i clienti ricercano quando varcano la soglia di Opera. Una mini carta che spazia dalle bollicine, ai bianchi ai rossi, piemontesi e nazionali, con un piccolo accento sullo champagne.
La cucina di Opera torna in esercizio nel rispetto delle direttive sanitarie imposte, tutti gli ambienti e le superfici verranno igienizzate con appositi prodotti e si lavorerà con guanti e mascherine. Un lavoro attento è stato riservato anche al packaging che avrà un basso impatto ambientale, in risposta anche ad una crescente sensibilità del mercato nei confronti della sostenibilità. Al termine del periodo di chiusura imposto dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 8 marzo 2020 e successive modifiche, il ristorante Opera tornerà alla normale attività, con i consueti orari di esercizio.